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Muccia

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Borghi Arte e Cultura

Muccia

Un antico crocevia dell’APPENNINO
Muccia
Scorcio del Centro Storico

Dettagli

VIA Papa Giovanni XXIII 6
+39 0737 64 61 35

Il comune riceve nei seguenti orari. Per qualsiasi informazione di natura turistica chiamare

Sulle rive del fiume Chienti, posta in corrispondenza di un nodo stradale importante fin dall’antichità, Muccia ospita numerosi reperti archeologici di epoca neolitica e notevoli chiese quattrocentesche.

Nel Medioevo, sorta col nome di Mutia, era una sede strategica per la lavorazione ed il commercio delle granaglie, tant’è che la signoria dei Da Varano di Camerino vi fece erigere un castello in difesa dei mulini.

In questo paese nasce il beato Rizzerio, seguace di san Francesco d’Assisi.

Il paese ospita lo stabilimento della Distilleria Varnelli, celebre azienda produttrice di bevande alcoliche.

Negli ultimi anni è stato rivalutatato il turismo religioso grazie alla presenza dell’ospitalità del BEATO RIZZEIRO in un contesto di pace e tranquillità.

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Scorcio Muccia
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MUCCIA CROCEVIA DELL'APPENINO

Borgo Medievale tra Storia, Natura e Sapori dei Sibillini

Nel Medioevo il territorio fu sottoposto alla signoria dei Da Varano di Camerino, potente casata che promosse la costruzione del principale castello, eretto a difesa di alcuni mulini al servizio delle comunità locali. Il paese subì nei secoli diversi saccheggi, che portarono alla completa distruzione del Castello di Giove e a danni parziali per quello di Preofoglio, situato nella località di Massaprofoglio, oggi oggetto di restauro.

Nonostante le devastazioni, il centro storico conserva ancora l’impianto urbanistico medievale, con le caratteristiche vie strette e le case in pietra, molte delle quali presentano le cosiddette “porte del morto”, testimonianza architettonica di epoche passate. I dintorni offrono un paesaggio incontaminato, ricco di tracce storiche e artistiche, immerso in una fitta vegetazione in cui predominano lecci, carpini neri e ornielli.

Il borgo dispone di un centro sportivo attrezzato con piscina e campo da tennis, ed è il punto di partenza ideale per percorsi naturalistici da affrontare a piedi o in mountain-bike.

Muccia è anche luogo di spiritualità: qui nacque il beato Rizzerio, discepolo di San Francesco d'Assisi, fondatore di un suggestivo eremo francescano immerso nel verde, oggi restaurato e dotato di sala riunioni e strutture ricettive per soggiorni di pace e meditazione.

Ricca è anche la tradizione enogastronomica locale: celebri sono i formaggi pecorini, i salumi, il tartufo nero e alcune bevande tipiche, tra cui spiccano l’Amaro Sibilla e il celebre Varnelli, liquore all’anice.

Il Comune di Muccia aderisce all’Associazione Nazionale Città dei Liquori, con sede a Saronno, e partecipa al circuito turistico dei Monti Sibillini, Terre di Parchi e di Incanti, volto a promuovere e valorizzare il patrimonio naturale e culturale del territorio.

Audio Guida con la voce di Cesare Bocci
Descrizione:
Cesare Bocci è legato alla provincia di Macerata, in particolare a Tolentino, sia per le sue origini che per il suo impegno in varie iniziative locali.
Licenza: Pubblico dominio (CC0)
Crediti: Ente Provincia di Macerata

Gli scavi di Maddalena di Muccia

I reperti neolitici rinvenuti nel sito di Maddalena di Muccia sono esposti principalmente presso il **Museo Archeologico Nazionale delle Marche**, situato ad Ancona. Questo museo ospita una vasta collezione di manufatti preistorici, tra cui ceramiche decorate e strumenti litici provenienti dagli scavi di Maddalena di Muccia.

Il Neolitico alla Maddalena di Muccia rappresenta un capitolo significativo nella comprensione della preistoria marchigiana. Gli scavi archeologici condotti nell’area hanno evidenziato la presenza di insediamenti risalenti a questa epoca, fornendo informazioni preziose sulle dinamiche di popolamento e sulle attività economiche delle comunità neolitiche.

Insediamento e Strutture
Nel sito di Maddalena di Muccia sono stati individuati resti di abitati neolitici, caratterizzati da strutture che suggeriscono un'organizzazione spaziale complessa. Sebbene l’estensione dell’area esplorata sia ancora limitata, le evidenze archeologiche indicano un insediamento stabile, con tracce di strutture abitative e aree funzionali dedicate a specifiche attività produttive.

Attività Economiche e Cultura Materiale
Durante il Neolitico, la popolazione della Maddalena di Muccia era dedita principalmente all’agricoltura e all’allevamento, come testimoniato dal ritrovamento di strumenti in pietra levigata, macine e resti di cereali. La produzione ceramica era un elemento centrale della cultura materiale, con la presenza di manufatti decorati che suggeriscono contatti con altre comunità della penisola italiana.

L’uso di strumenti litici in ossidiana e selce, alcuni dei quali di provenienza non locale, indica l’esistenza di reti di scambio a lunga distanza. Ciò conferma che la comunità di Maddalena di Muccia era parte di un più ampio sistema economico e culturale, con collegamenti verso l’area tirrenica e l’Adriatico.

Aspetti Funerari e Riti
Le evidenze di sepolture neolitiche sono ancora limitate, ma alcune testimonianze suggeriscono la presenza di pratiche rituali associate alla morte. La disposizione delle tombe e i corredi funerari rinvenuti indicano un’evoluzione nelle concezioni legate all’aldilà e alla memoria dei defunti, in linea con le pratiche funerarie riscontrate in altri siti neolitici dell'Italia centrale.

Conclusione
Il sito di Maddalena di Muccia rappresenta un importante tassello per la comprensione delle dinamiche insediative e culturali del Neolitico nell’area appenninica. Le ricerche in corso continuano a fornire dati fondamentali per ricostruire la storia delle popolazioni che hanno abitato questa regione, confermandone il ruolo di crocevia culturale e commerciale già in epoca preistorica.

Amo
Lama a ritocco semplice marginale/frammento

Articoli

Cultura

Muccia: Un antico Crocevia dell'Appennino - Catalogo Mostra Ottobre 2003

La mostra presentata, con il relativo catalogo, si inserisce nel contesto della XXXVIII Riunione Scientifica dell'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, che si tiene per la prima volta nelle Marche. L'iniziativa punta a valorizzare il patrimonio archeologico della regione, come già avvenuto per altre manifestazioni dedicate ai "Piceni Popolo d'Europa". L'esposizione rappresenta un primo rendiconto delle attività di ricerca svolte negli ultimi anni a Maddalena di Muccia, grazie alla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, in collaborazione con enti e istituzioni. Sebbene l'area fosse già nota per la sua rilevanza archeologica sin dagli anni '60 con gli scavi di Dela Lollini, solo di recente è diventata un punto di riferimento per la cronologia della Preistoria marchigiana. Tuttavia, la limitata estensione delle esplorazioni ha reso difficile una piena comprensione del sito. Per colmare questa lacuna, la Soprintendenza ha avviato dal 2001 un ampio progetto di ricerca, in collaborazione con l'amministrazione comunale di Muccia e le Università di Roma "La Sapienza" e Pisa. Dopo anni di studi e scavi, i risultati mostrano l'importanza del sito e l'efficacia del modello di cooperazione tra istituzioni, enti locali e comunità accademiche. Gli scavi hanno infatti arricchito la conoscenza storica e archeologica dell'area, offrendo nuove acquisizioni scientifiche. Le ricerche hanno permesso di delineare meglio le strutture delle facies preistoriche, definendo le sequenze cronologico-culturali grazie a datazioni assolute. Sono stati rinvenuti reperti significativi come tombe tardo-orientalizzanti ed arcaiche, con sepolture a circolo di pietre, evidenziando l'importanza della località per le pratiche funerarie dell'epoca. Altri reperti riguardano l'uso agricolo dell'area in età romana e disturbi successivi al giacimento preistorico. Di particolare rilievo è il ritrovamento di una porzione di necropoli con corredi funerari raffinati, che confermano l'influenza culturale e le connessioni della Valle del Chienti con il mondo etrusco-meridionale, evidenziando scambi e rielaborazioni culturali. Per questi motivi, Maddalena di Muccia è stata definita "crocevia dell'Appennino".
Digitale

Cosa ne pensa l'Intelligenza Artificiale

Muccia è un affascinante borgo situato nella provincia di Macerata, nelle Marche, noto per la sua ricca storia e le sue tradizioni. La leggenda narra che sia stata fondata dal comandante romano Muzio Scevola, da cui deriverebbe anche lo stemma comunale raffigurante un braciere ardente. Sin dalla preistoria, Muccia è stata un importante crocevia di vie di comunicazione, grazie alla sua posizione strategica lungo la strada Flaminia. Durante il Medioevo, sotto la signoria dei Da Varano di Camerino, il borgo divenne un centro nevralgico per la lavorazione e il commercio delle granaglie, con la costruzione di un castello a difesa dei numerosi mulini presenti sul territorio. Nel 1190, Muccia diede i natali al Beato Rizzerio, al secolo Bonconte Baschi, che, dopo aver incontrato San Francesco d'Assisi a Bologna, divenne uno dei suoi primi e più cari seguaci. Ritornato nel suo paese natale, Rizzerio costruì un eremo sulle colline circostanti, accanto alla chiesa della Madonna di Col dei Venti. Oggi, l'Eremo del Beato Rizzerio è una struttura ricettiva che custodisce una preziosa reliquia: la mano destra del Beato, con la quale scrisse la regola francescana. Tra i luoghi di interesse storico, spicca il Mulino da Varano, uno dei tre mulini storici di Muccia e l'unico che ha mantenuto la sua struttura pressoché intatta. Costruito nel XVI secolo, il mulino sfruttava la forza dell'acqua per la lavorazione dei cereali, rendendo Muccia un importante centro agricolo. Recentemente restaurato, il Mulino da Varano è oggi visitabile e rappresenta un esempio virtuoso di recupero del patrimonio storico locale. Purtroppo, il territorio di Muccia è stato gravemente colpito dal sisma del 2016, che ha causato danni significativi al patrimonio edilizio e ha costretto gran parte della popolazione a trasferirsi in abitazioni temporanee. Nonostante ciò, la comunità locale è fortemente impegnata nella ricostruzione e nella valorizzazione delle proprie radici storiche e culturali, organizzando eventi e manifestazioni che celebrano le tradizioni del borgo. Muccia rappresenta un esempio di resilienza e di attaccamento alle proprie origini, offrendo ai visitatori un viaggio attraverso la storia, la cultura e le bellezze naturali delle Marche.
Cibo
Made in Marche
Unicità

Distilleria Varnelli

La Distilleria Varnelli è un'azienda italiana a conduzione familiare che si occupa della produzione e distribuzione di bevande alcoliche. La Varnelli è la prima distilleria delle Marche ad ottenere la licenza per la trasformazione di prodotti alcolici, la Licenza UTIF n.1. Storia Le prime attività della Distilleria Varnelli nascono ufficialmente nel 1868 a Cupi, una frazione del comune di Visso, per opera di Girolamo Varnelli, un erborista marchigiano conoscitore delle piante officinali dei Monti Sibillini e della vita monastica. Dopo il confronto con alcuni dottori di Firenze, Girolamo diede vita al primo prodotto, l'Amaro Sibilla, ottenuto con gentiana lutea, china e altre piante officinali del luogo, nato come antimalarico e antifebbrile per i pastori che compivano la transumanza tra i Monti Sibillini e la Maremma. Dopo Girolamo vi successe il figlio Antonio nei primi anni del XX secolo, che trasferì la distilleria presso Pievebovigliana, inserì nuovi prodotti alla produzione, come il Varnelli, anice secco speciale, distillato nato riprendendo la classica ricetta marchigiana del mistrà, e adottò delle etichette che lui stesso commissionò a vari artisti, tra cui Adolfo De Carolis per l'Amaro Sibilla, Achille Beltrame per i punch e Lazzaro Lazzarini. Ad Antonio vi successe il figlio Girolamo, che per circa 30 anni, più precisamente dagli anni 1940 agli anni 1970, si dedicò completamente alla diffusione della distilleria nella società. Proprio durante questi anni il Varnelli assunse lo slogan “Sovrano correttivo del caffè” ed ottenne, nel 1950 a Roma, il primo premio come “miglior prodotto del genere”. Laureatosi nel 1949 in Economia e commercio all'università degli Studi di Perugia, con una tesi sulla pubblicità, e divenuto erborista dopo aver affrontato gli studi all'università di Camerino, Girolamo modernizzò l'azienda, seguendo regole da lui imposte: attenzione al personale e agli infortuni, attenzione al prodotto e alla qualità (rifiuto di coloranti e conservanti alimentari non naturali e adesione completa alle disposizioni di legge), attenzione alla formazione dei nuovi operai e applicazione di nuove apparecchiature, infatti l'azienda fu la prima struttura di Pievebovigliana a possedere un telefono con servizio notturno. I carabinieri del luogo, in caso di emergenza notturna, si appoggiavano all’apparecchiatura della distilleria. Oltre ciò, Girolamo contribuì a far arrivare a Pievebovigliana le prime pompe di carburante e la cartellonistica stradale, tra cui segnali stradali e pubblicitari, investendo contemporaneamente nelle aziende locali. Nel 1988 la distilleria è diventata una società per azioni e nel 1996 venne trasferita a Muccia. L'azienda è di proprietà della Famiglia Varnelli ed è attualmente gestita, dopo la morte di Girolamo nel 1975, da quattro donne, che rappresentano la quarta generazione. Il 22 marzo 2003 il Comune di Muccia dedica la via dello stabilimento a Girolamo Varnelli, il 9 giugno 2006 l'Istituto Alberghiero di Cingoli gli dedica la loro sede e il Comune di Pievebovigliana, in occasione del primo centenario dalla sua nascita (2 agosto 2014), gli ha intitolato un parco. Nel 2014 e nel 2015 la distilleria ha esportato le sue produzioni, raggiungendo il mercato statunitense-canadese e in occasione del 150º anniversario (2018), la distilleria ha dato vita ad un cocktail, il centocinquanta, composto per esaltare i prodotti più famosi dell'azienda, ovvero l'Amaro Sibilla ed il Varnelli. A seguito del terremoto del Centro Italia del 2016 e del 2017 la distilleria e il Caffè Varnelli furono soggette a verifica strutturale, creando una pausa nella produzione di circa un mese. La ripresa è avvenuta nel mese di dicembre, incentivata soprattutto da un'iniziativa di marketing dell'azienda. Elenco dei prodotti Liquori Varnelli Amaro Sibilla Caffè Moka Amaro dell'Erborista Adesso Mandarino Liquore Punch alla Fiamma (Mandarino - Arancio - Fantasia) Persico Skipass Dark passion Prodotti per Pasticceria Delizia Benevento Delizia Fantasia Delizia Arancio Delizia Mandarino Delizia Alchermes Delizia Maraschino Prodotti tascabili Varnelli Corretto in tasca (caffè espresso zuccherato con Varnelli) Alimenti Pancorretto Garibaldini Bob Bon Chicchetto Bibliografi Pia Passalacqua e Carlo Vischi, Vernelli, anice da gustare, Gribaudo, 2007, ISBN 8879062948.