Località Maddalena
Dettagli
Il nome della località Maddalena di Muccia deriva da un borgo privato, Villa Maddalena, fatta costruire nel XVII secolo dal cardinale Angelo Giori.
Maddalena è stata uno snodo importante fin dall’antichità per pellegrini, viaggiatori e mercanti. In questo territorio, infatti, si incrociano due delle principali vie che collegano Marche e Umbria: la val di Chienti verso Foligno e la Valnerina che, passando per Visso, arriva a Terni.
Grazie agli scavi archeologici effettuati da Delia Lollini negli anni Sessanta, si sono rinvenute tracce di un insediamento risalente al neolitico. (ascolta Podcast)
Anche al giorno d’oggi Maddalena rimane un punto d’incontro strategico, dove si possono trovare diversi servizi e negozi.
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Gli scavi di Maddalena di Muccia
I reperti neolitici rinvenuti nel sito di Maddalena di Muccia sono esposti principalmente presso il **Museo Archeologico Nazionale delle Marche**, situato ad Ancona. Questo museo ospita una vasta collezione di manufatti preistorici, tra cui ceramiche decorate e strumenti litici provenienti dagli scavi di Maddalena di Muccia.
Il Neolitico alla Maddalena di Muccia rappresenta un capitolo significativo nella comprensione della preistoria marchigiana. Gli scavi archeologici condotti nell’area hanno evidenziato la presenza di insediamenti risalenti a questa epoca, fornendo informazioni preziose sulle dinamiche di popolamento e sulle attività economiche delle comunità neolitiche.
Insediamento e Strutture
Nel sito di Maddalena di Muccia sono stati individuati resti di abitati neolitici, caratterizzati da strutture che suggeriscono un'organizzazione spaziale complessa. Sebbene l’estensione dell’area esplorata sia ancora limitata, le evidenze archeologiche indicano un insediamento stabile, con tracce di strutture abitative e aree funzionali dedicate a specifiche attività produttive.
Attività Economiche e Cultura Materiale
Durante il Neolitico, la popolazione della Maddalena di Muccia era dedita principalmente all’agricoltura e all’allevamento, come testimoniato dal ritrovamento di strumenti in pietra levigata, macine e resti di cereali. La produzione ceramica era un elemento centrale della cultura materiale, con la presenza di manufatti decorati che suggeriscono contatti con altre comunità della penisola italiana.
L’uso di strumenti litici in ossidiana e selce, alcuni dei quali di provenienza non locale, indica l’esistenza di reti di scambio a lunga distanza. Ciò conferma che la comunità di Maddalena di Muccia era parte di un più ampio sistema economico e culturale, con collegamenti verso l’area tirrenica e l’Adriatico.
Aspetti Funerari e Riti
Le evidenze di sepolture neolitiche sono ancora limitate, ma alcune testimonianze suggeriscono la presenza di pratiche rituali associate alla morte. La disposizione delle tombe e i corredi funerari rinvenuti indicano un’evoluzione nelle concezioni legate all’aldilà e alla memoria dei defunti, in linea con le pratiche funerarie riscontrate in altri siti neolitici dell'Italia centrale.
Conclusione
Il sito di Maddalena di Muccia rappresenta un importante tassello per la comprensione delle dinamiche insediative e culturali del Neolitico nell’area appenninica. Le ricerche in corso continuano a fornire dati fondamentali per ricostruire la storia delle popolazioni che hanno abitato questa regione, confermandone il ruolo di crocevia culturale e commerciale già in epoca preistorica.


