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Eremo santuario Beato Rizzerio

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Eremo santuario Beato Rizzerio

Posto a 730 mt di altitudine nella pace dei boschi circostanti, si colloca sulla via di un ideale pellegrinaggio tra Assisi, Cascia e Loreto.
Eremo santuario Beato Rizzerio
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LOC Coda di Muccia
Aperto

L’Eremo sorge sulla tomba del Beato Rizzerio – frate che fu tra i più stretti seguaci compagni di San Francesco, anch’egli votato a vita di povertà nonostante le sue nobili origini il quale si ritirò a condurre esistenza eremitica in una grotta tra le colline di Muccia, dove morì il 7 febbraio 1236. La chiesa locale di San Giacomo Maggiore ne accolse le spoglie, ma della tomba si persero le tracce fino al XVII secolo. Molti decenni dopo, a seguito di una serie di eventi miracolosi, Papa Gregorio XVI (1831/1846) riconobbe infine il culto del Beato.

Demolita la chiesa nel 1948-49, la tomba venne di nuovo abbandonata fino al 1976, allorché il professor Cesare Lami, esimio chirurgo e fervente devoto, ritrovò la grotta ed il sepolcro intorno al quale, sulla traccia delle vecchie fondazioni, ricostruì la chiesetta, oggi santuario.

Un’originale torre sbrecciata fa da contrasto alla solidità del corpo centrale del Santuario, a simboleggiare la futilità dei beni terreni quelli dell’inquieta benché ricca famiglia di Rizzerio – contrapposta alla solidità della Croce di Cristo.

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Servizio trasmesso nel notiziario di Tv Centro Marche,

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Beato Rizeiro

Biografia Bonconte nacque nella famiglia umbra dei conti Baschi, fu avviato agli studi giuridici e inviato a Bologna, dove ebbe per compagno il suo corregionale Pellegrino da Falerone. Dopo l'arrivo in città di san Francesco (5 agosto 1222) i due decisero di seguirlo: fu ministro provinciale della Marca d'Ancona.[1] Trascorse gli ultimi anni di vita in un eremo nei pressi di Muccia, dove si spense.[2] All'interno del casato dei Baschi da lungo tempo continuava una scia di odii familiari: i tre figli di Ugolino di Baschi, Ugolino, Bonconte e Ranieri erano in conflitto per questioni di interessi. Bonconte, che aveva ascoltato Francesco ad Alviano, gli propose di farsi mediatore e Francesco volle incontrare i Baschi per ricomporre le discordie di famiglia. Grazie alle sue fervide esortazioni, ottenne che i fratelli deponessero le armi. Dopo la riappacificazione i tre fratelli per riconoscenza donarono al frate di Assisi un vetusto fabbricato con un terreno adiacente, presso la riva sinistra del Tevere: San Francesco v'iniziò la costruzione del convento di Pantanelli nei pressi del castello di Baschi. Bonconte rimase profondamente colpito dal Poverello che riuscì a sedare la sanguinosa lite e volle seguire le orme di Francesco, facendosi frate. Adottò il nome di Rizeiro e vestì l'abito dei postulanti, e dal 1221 al 1224 fu scelto per accompagnare come “guardiano” l'ormai malato Francesco d’Assisi. I due vissero a fianco a fianco a Santa Maria degli Angeli nell'eremo di Greccio. Poi Rizeiro lasciò Francesco per prepararsi a ricevere l’ordine sacro a Rieti. Si ricongiunsero in seguito ad Assisi, quando ormai Francesco era prossimo alla morte. Dopo la morte del Santo ci furono dissidi nell’Ordine e Rizeiro decise di ritirarsi a vita eremitica nelle terre del castello di proprietà dei Baschi presso Muccia.[2] Il culto Il suo corpo fu sepolto nella chiesa di San Giacomo presso Muccia, poi abbattuta.[2] Papa Gregorio XVI, con decreto del 14 dicembre 1838, ne confermò il culto con il titolo di beato.[3] Il suo elogio si legge nel martirologio romano al 7 febbraio.[4] Note ^ Giacinto Pagnani, BSS, vol. XI (1968), col. 227. ^ Salta a:a b c Giacinto Pagnani, BSS, vol. XI (1968), col. 228. ^ Index ac status causarum (1999), p. 460. ^ Martirologio romano (2004), p. 188. Bibliografia Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, LEV, 2004. Congregatio de Causis Sanctorum, Index ac status causarum, Città del Vaticano, 1999. Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma, 1961-1969.